A cura di Whatsupin@rt – 2012
Arte-Fotografia o Fotografia-Arte? Difficile rispondere. La ricerca di Piero Leonardi traccia un confine permeabile tra l’una e l’altra dimensione, spesso contaminandole.
Il suo sguardo fotografico è il mezzo attraverso il quale egli agisce con tagli radicali dentro alla realtà, recuperando una grafia visiva, dove i segni fissano la traccia di qualcosa di invisibile e diventano segni non-naturali in una lettura astratta e concettuale.
Nel progetto Calligrafie Visive confluiscono quattro percorsi di ricerca – Color on the Rock, Purgatory, Graphics, Underworld – che condividono elementi trasversali e indicano le priorità del linguaggio fotografico di Piero Leonardi, inteso come grafia visiva. Qui gli elementi diventano ”altro”, si dis-àncorano, perdono la loro connotazione originaria e si caricano di valenze simboliche, che rimandano a un ”oltre” spesso di natura surreale.
La prospettiva poetica di Piero Leonardi ri-traccia lo scorrere del tempo e ri-legge a ritroso la memoria: nel segno inciso nella materia, nel vuoto dello spazio, nel singolo elemento, nelle forme organiche residue. Sabbia, aria, roccia, elementi e segni dell’erosione sono i materiali “poveri” e “minimi” della sua osservazione, sui quali Piero Leonardi taglia, seziona, focalizza l’azione della luce e dell’ombra, il loro ritmo. I suoi scatti oscillano ambiguamente tra definito e indefinito, materiale e immateriale, rimandano a evocazioni eteree e metafisiche, creano atmosfere di sospensione e attesa di presenza-assenza, filano e s-filano un’arcaica tessitura del tempo, nella nudità sedimentata del buio, del grigio, del bianco, del vuoto; svelano improvvisi lampi di luce che scalpellano nell’ombra l’attimo. Tale ricchezza concettuale, alla base delle “calligrafie visive” di Piero Leonardi, fa del progetto un’occasione originale di studio e confronto nell’ambito dell’arte contemporanea.
Un progetto nel quale la fotografia di Piero Leonardi non ricorre a post-produzione, con l’intento di trasmettere l’immediata percezione che si attiva tra fotografo e oggetto-soggetto al momento dello scatto.
Color on the Rock
L’artista “scopre” le cave di marmo delle Alpi Apuane. La sua attenzione si concentra nelle pieghe e nelle spaccature della roccia per catturare, o meglio, “cavare” quell’interiorità ancora intatta, custodita per millenni nella memoria della materia. “Se ti lasciano entrare” – afferma – “significa che vogliono farsi scoprire, capire, scrutare. Decisi di accontentarle, entrando sempre più nel loro intimo: quadri nei quadri, o nelle sculture. Un gioco di scatole cinesi fatto di arte naturale.”
L’artista-fotografo entra nelle forme geologiche della roccia, attraverso un’esplorazione di superficie e improvvisi carotaggi in profondità. Semplici segni, velature, tracciati sgocciolati, macchie di colore, cretti e graffiti, geometrie lineari o cromatiche costituiscono l’alfabeto informale e astratto, a volte connotato da significati allusivi e pareidoleici, alla base della ricerca di Color on the Rock.
Purgatory
La collezione Purgatory nasce dal paesaggio etereo ed evocativo delle colline e valli invernali di Castelluccio di Norcia. Osservando le fotografie dell’artista, si prova un senso di disorientamento. Dov’è l’alto e il basso? Nuvole o macchie di luce? Aria o neve? Cielo o terra? I segni naturali perdono della loro consistenza e diventano strumenti di un processo di dis-locazione spiazzante, dove “la cosa” si separa dai suoi punti di ancoraggio. Se la fotografia nella sua essenza ontologica, secondo alcuni, agisce attraverso tagli dentro alla realtà, in Leonardi l’azione è ancora più radicale, fino ad arrivare a una forma di ri-scrittura del reale, dove i segni fissano la traccia di qualcosa di invisibile e si trasformano in segni non-naturali.
Underworld
In Underworld Leonardi sceglie volutamente di muoversi, quasi ad ingaggiare una sfida con un soggetto usurato, all’interno di un paesaggio – quello di Antelope Canyon – sfruttato da una fotografia turistica di massa, facilmente coinvolta dalla suggestiva caratteristica cromatica del contesto sotterraneo. Qui l’artista si cala in profondità, scalpellando in presa diretta una scrittura plastica che stravolge l’anatomia della roccia: scorrimenti, intrecci, pennellate di luce e materia si caricano di valenze “altre”. O, ancora, Leonardi coglie l’impalpabile relazione luce-forma in imprevisti e fugaci giochi di s-velamenti. Le sue immagini si metamorfizzano al momento dello scatto e si caricano di un valore fortemente allusivo e surreale: tracce di luce spezzano improvvise l’ombra e portano Leonardi ad abbandonarsi a fantasie oniriche.
Graphics
In bilico tra scrittura visiva e indagine plastica, in una nuova estensione spaziale, si collocano gli scatti di Graphics. Oggetti minimi del paesaggio, isolati entro ampie campiture di non-colore, ricostruiscono una sintassi visiva che è il risultato di un’operazione mentale autonoma, attraverso la quale Leonardi sviluppa una foto-non-foto, un linguaggio informale al limite tra astrattismo e spazialismo, tra arte povera e surrealtà. L’intervento dell’artista amplifica il dettaglio minimo, lo sgancia dal mondo inerte delle cose per inserirlo in una sfera ideale, dove acquisisce una valenza reversibile e interscambiabile. Leonardi sviluppa la sua indagine concettuale: l’operazione dell’artista diventa escludente, attraversa un processo di riduzione che approda alla focalizzazione di primary structures.
Estroflessioni ritmiche, superfici materiche, purezza monocromatica, scarti dimensionali, impronte e sculture disegnate cineticamente da luci e ombre – quali inediti mobiles – creano un’osmosi tra realtà e sur-realtà, ri-catturano quella dimensione “altra”, in quanto segreta, dove il tempo, lo spazio e la forma si sintetizzano in una sospensione astratta.
Pepperlife - Butterflowers - Color on the rock - Purgatory - The other doll - Off - Landsigns - Underworld - Graphics