A cura di Paola Zanchi – 2012

Con la semplicità e l’onestà di un bambino, Piero Leonardi ti prende per mano e ti guida, passo dopo passo, lungo il sentiero della sua narrazione, le cui tappe sono un po’ come quelle di Alice quando, inseguendo Bianconiglio, si ritrova in un mondo alla rovescia, dove il grande è piccolo, il piccolo grande e dove la festa è di “non compleanno”. Questo, per dirla con Carroll: un’avventura dove tutto si insegue sotto la spinta della “curiosità” e dell’immaginazione, dove “dentro allo specchio” c’è la storia e l’immagine riflessa è il pensiero.

E’ questione di “sguardo”. E che cosa guarda Piero Leonardi? Non un particolare… o il particolare, in grado di richiamare l’attenzione inconscia del fruitore -come sostiene Roland Barthes ne La Camera Chiara definendo il punctum fotografico- ma la percezione di qualcosa che prende forma nella mente del fotografo.

Impronte, tracce, elementi residui si compongono e si ri-compongono in nuove relazioni dove la materia restituisce tutta la sua arcaica espressività e dove la luce, con le sue vibrazioni, scrive paesaggi evocativi.
Forse c’è qualcosa di primordiale in questo ritorno alla materia cristallizzata dal tempo, o forse qualcosa di sur-reale che spinge l’immaginazione oltre il confine delle forme tracciate, per vedere, per trascrivere segni di un alfabeto che solo la sensibilità sa riconoscere.
Quale materia? La più semplice, apparentemente la più indistinta.
Eppure c’è qualcosa di straordinariamente contemporaneo in questo graffitismo fatto di luci-ombre, segni minimi scritti su pagine di sabbia neutra; in questo trattare superfici materiche come espressioni di un linguaggio astratto-organico al tempo stesso.
L’ombra che duplica. La luce che plasma.
Un po’ arte povera, un po’ Land Art, un po’ spazialismo, sicuramente conceptual art.

Leonardi-Alice, con dei giganteschi occhiali, più potenti e più penetranti che mai, ci aiuta a vedere in profondità, nelle cose, oltre le cose, in uno s-confinamento dove gli elementi della natura trovano una loro nuova dimensione: vicino-lontano, alto-basso, sopra-sotto, in ogni-dove? E ancora: nuvola o neve? materia o luce? fluido o solido? (Purgatory)

La grafia visiva di Piero Leonardi adotta elementi minimi, sedimenti residui, tracce incise nel bianco-vuoto. L’artista si concentra sull’interazione luce-ombra, a volte sul loro ritmo, forme in contro-movimento, effetti plastici, estroflessioni, micro-macro. (Graphics)

La sua indagine scava nella terra e nel tempo.
Sotto il suo sguardo tutto si trasforma, in un gioco combinatorio di percezioni, svelamenti, recuperi.
Il viaggio di Leonardi-Alice è un cercare, stupirsi, selezionare segni nascosti di una “calligrafia visiva” fatta di meraviglia.
E di luce. Molta luce.

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