Roberta Foglino – 2011
Nel 2006 Piero Leonardi prosegue la ricerca dell’anima delle cose e nelle campagne romane libera alcuni papaveri dal vincolo del loro stelo e … li fa volare: nasce così la collezione BUTTERFLOWERS.
Qui sono gli scatti dell’artista a trasfigurare ciò che vede e a sprigionare l’anima dei papaveri che, ancorati alla terra, trascorrono la loro vita a guardare il cielo, protesi verso un desiderio di infinito e di libertà.
L’immaginazione consapevole del fotografo, unitamente alla trasfigurazione della percezione dell’artista hanno potuto garantire al papavero, leggiadro e delicato, di diventare una farfalla fiorita.
“Quando un colpo di vento mosse i petali il papavero diventò una farfalla; il fiore diventò vivo, assumendo una sua personalità,
fatta di anima e desideri, di una storia: quel fiore voleva volare.“
BUTTERFLOWERS è l’unica collezione di Leonardi il cui risultato è reso possibile grazie ad un lavoro di postproduzione che va oltre il semplice sviluppo del file digitale: l’artista fotografa i papaveri uno ad uno cercando in ogni scatto un collegamento con gli altri , questo per poter creare, poi, un “dialogo” tra i fiori, realizzato attraverso le sequenze che riproducono il loro volo.
Francsca Vergari – 2008
Quella che il bruco chiama fine del mondo, il resto del mondo lo chiama farfalla. (Lao Tse)
Farfalle che nascono dalle corolle vermiglie di papaveri, che sparpagliati tra le spighe di grano, segale e orzo, cardi dei lanaioli, cicute, radicchio e sedano selvatici incendiano l’estate coi toni del rosso acceso.
Coi loro petali assopiti, reclinati, schiusi come in un batter d’ali, si trasformano in Licenidi, in Argo Bronzeo, in Vanessa del cardo o Belladonna, farfalle dai colori spesso azzurri o rosso fuoco, in un gioco di sciarade che sintetizzano, nell’istantanea di uno scatto fotografico, i simboli dell’estate.
Solo camminando sui prati e le zone erbose è possibile apprezzarne la bellezza, allorché al passaggio si alzano in volo, mettendo in mostra i colori e le sfumature carminio delle loro ali.
Legare un volo di farfalla ai petali d’un papavero, lo sfarfallamento impalpabile dei lepidotteri alle teste paonazze dei rosolacci, in fotografie dove i colori in forte contrasto tra loro si abbracciano per inondare gli occhi dell’attento osservatore del calore del solleone estivo, e della ricchezza dell’estate, è stata l’abilità di Leonardi.
Come una crisalide, la genialità estrosa di Leonardi si schiude per librarsi libera e leggera, sulle ali diafane d’una fantasia senza lacci né luoghi comuni, lasciandosi cullare dalle sottili percezioni dell’istinto creativo.
Racchiuso in un battito d’ali è riuscito così a raccontare la sua estate, fatta di uscite in solitaria, tra le colline che circondano la campagna romana, nel silenzio di un paesaggio rotto solo dai refoli di un ponentino dispettoso.
Una ricerca che si spiega, all’interno di un personale cammino artistico, alla luce di una propria feconda vena talentuosa e istrionica che da qualche decennio, ormai, lo spinge a cimentarsi con rivisitazioni di elementi naturali, di oggetti quotidiani, riconsiderati sotto altre spoglie, rivalutati nella loro spiritualità, nella loro essenza e nel loro diritto d’espressione.
Un ennesimo esperimento, dunque, per dare parola anche a oggetti che per natura non l’hanno, caricandoli di significato e di valenze iper-sostanziali.
La ricerca dell’anima delle cose, infatti, dopo Pepperlife prosegue con questa raccolta di Butter-flowers: «Ho cercato di mettermi nei panni di un papavero, forse scontento di dover guardare sempre e solo il cielo. E così ho scelto di dargli le ali».
Una raccolta di foto, che non s’escludono l’un con l’altra rendendo la stessa mostra un’opera d’arte d’insieme. Un’opera d’arte aperta a modifiche, aggiunte e rivisitazioni, perché la perfezione è di un attimo e variabile come l’estro che la genera.
Macchie di colore rosse e blu a contrasto: un dualismo cromatico che è dualismo emotivo.
Il rosso di Leonardi, infatti, esprime il suo tentativo di lenirne l’aggressività implicita nel linguaggio dei colori, rendendo i papaveri, soavi farfalle in volo in uno sconfinato empireo.
Il blu, invece, manifesta la creatività, la capacità di spaziare senza limiti con la fantasia, la libertà della mente di scrollarsi di dosso i pregiudizi e le gabbie mentali spesso troppo condizionanti.
E proprio da questo contrasto si rivela l’intento della ricerca dell’anima delle cose: riuscire a scorgere in un oggetto quotidiano il suo soffio vitale, la sua voce nascosta, che come in un gemito chiede di essere ascoltata.
Un rivelarsi ,che come dice la parola stessa, è un nascondersi nuovamente (ri-velarsi) agli occhi dello stolto osservatore, che non riesce a diventare parte dello spirito creativo.
Ma dietro il desiderio di dar voce anche agli oggetti inanimati o agli esseri che voce non hanno, Leonardi rivela il suo culto per il “bello”, la ricerca, propria di ogni artista, per soddisfare l’estetica anche a costo di sacrificio, in un anelito alla contemplazione di un’opera finale che rimanga comunque immortale.
La sua “farfalla”, simbolicamente scoperta tra i petali di un papavero, quindi, sta proprio ad identificarsi con questo processo di ricerca, come esito finale della trasformazione da pupa in meravigliosa creatura alata: bozzolo chiuso nell’anticamera della perfezione per settimane, per poi rivelarsi al mondo sbocciando miracolosamente anche se solo per pochi giorni di vita. Il sacrificio del bello prevede anche questo, a testimonianza che la ricerca di un artista sincero non può essere che un dono.
Pepperlife - Butterflowers - Color on the rock - Purgatory - The other doll - Off - Landsigns - Underworld - Graphics